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 CLAUDIO POLLINI
 

Luci di Leptis

 

 

  
  

LEPTIS MAGNA: IL QUADRO STORICO 

L'insediamento punico alla foce dell'uadi Lebda risale alla fine del VII sec. A.C., come testimoniano i materiali ceramici. 

E' probabile che il carattere urbano si sia consolidato soltanto nel VI sec. a.C. avanzato, come risposta ai tentativi greci di colonizzazione della costa. 

La fertilità dell'entroterra, la posizione strategica rispetto ai traffici terrestri e marittimi danno presto a Leptis una posizione di rilievo nell'ambito della regione detta degli Emporia, comprendente anche le città libo-puniche di Oea (Tripoli) e Sabratha.

Dopo la sconfitta riportata nella seconda guerra punica (202 a.C.), Cartagine perde il controllo degli Emporia a vantaggio del regno numida di Massinissa. 

Sotto la blanda egemonia numidica la città si apre ai commerci e le campagne iniziano a popolarsi di fattorie. Già ai tempi della guerra giugurtina, alla fine del II sec. a.C., Leptis chiede e ottiene da Roma un trattato di amicizia e alleanza. 

Schieratasi dalla parte di Pompeo, le viene imposto da Cesare un tributo annuo di 3 milioni di libbre d'olio. 

A partire dall'età augustea, Leptis, ormai inserita nella provincia dell'Africa Proconsolare, grazie all'evergetismo dei suoi cittadini più abbienti, si dota dell'intero corredo di architetture civili, ludiche e termali proprio di una città romana. 

Al tempo di Vespasiano ottiene lo statuto municipale, con Traiano il titolo onorifico di colonia romana e conseguentemente la cittadinanza romana viene estesa ai suoi abitanti. 

Nel 193 d.C. sale al soglio imperiale un leptiano, L Settimio Severo, che concede alla sua città natale gli stessi privilegi goduti dalle città italiane; grazie al programma edilizio monumentale da questi finanziato, la città raggiunge il suo massimo splendore. 

Ma già con la morte del figlio Caracalla, gli imponenti cantieri pubblici si fermano, le ville nel territorio iniziano a decadere per poi essere abbandonate; non è escluso che già nel III sec. avanzato inizino problemi di manutenzione delle infrastrutture portuali. 

Nell'ambito della generale riforma amministrativa voluta da Diocleziano, la città diviene il capoluogo della nuova provincia Tripolitana. 

Un'accelerazione del processo di declino si ha nel secolo successivo, quando le campagne tripolitane sono a più riprese devastate dalle scorrerie delle tribù semi-nomadi dell'interno, tra le quali in particolare gli Austuriani (363 - 367 d.C.). 

La città viene salvata dalle sua mura, costruite ai tempi di Costantino. 

Quando i Vandali passano in Africa (429 d.C.) anche la Tripolitania cade nelle loro mani, ma la loro presenza a Leptis non lascia segni particolari. Soltanto nel 534 d.C. , con la riconquista giustinianea, l'Africa, e con essa la Tripolitania e Leptis, tornano tra i possedimenti imperiali. 

La città bizantina, racchiusa in un nuovo e più stretto circuito murario, vive la sua ultima fase urbana, di cui è indice la ripresa edilizia pubblica religiosa.

 La destrutturazione del tessuto urbano continua però inesorabile e giunge a compimento quando in Tripolitania arrivano i conquistatori Arabi.  

                           

Immagini della città romana Leptis Magna in Libia

La mostra è composta da 40 pannelli 50x70cm. con 69 foto a colori 30x45cm.

Testi, piantine e didascalie a cura dell'Università degli Studi Roma Tre

 

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