LEPTIS
MAGNA: IL QUADRO STORICO
L'insediamento
punico alla foce dell'uadi Lebda risale alla fine del VII sec.
A.C., come testimoniano i materiali ceramici.
E'
probabile che il carattere urbano si sia consolidato soltanto
nel VI sec. a.C. avanzato, come risposta ai tentativi greci di
colonizzazione della costa.
La
fertilità dell'entroterra, la posizione strategica rispetto
ai traffici terrestri e marittimi danno presto a Leptis una
posizione di rilievo nell'ambito della regione detta degli
Emporia, comprendente anche le città libo-puniche di Oea
(Tripoli) e Sabratha.
Dopo
la sconfitta riportata nella seconda guerra punica (202 a.C.),
Cartagine perde il controllo degli Emporia a vantaggio del regno
numida di Massinissa.
Sotto
la blanda egemonia numidica la città si apre ai commerci e le
campagne iniziano a popolarsi di fattorie. Già ai tempi della
guerra giugurtina, alla fine del II sec. a.C., Leptis chiede e
ottiene da Roma un trattato di amicizia e alleanza.
Schieratasi
dalla parte di Pompeo, le viene imposto da Cesare un tributo
annuo di 3 milioni di libbre d'olio.
A
partire dall'età augustea, Leptis, ormai inserita nella
provincia dell'Africa Proconsolare, grazie all'evergetismo
dei suoi cittadini più abbienti, si dota dell'intero corredo
di architetture civili, ludiche e termali proprio di una città
romana.
Al
tempo di Vespasiano ottiene lo statuto municipale, con Traiano
il titolo onorifico di colonia romana e conseguentemente la
cittadinanza romana viene estesa ai suoi abitanti.
Nel
193 d.C. sale al soglio imperiale un leptiano, L Settimio
Severo, che concede alla sua città natale gli stessi privilegi
goduti dalle città italiane; grazie al programma edilizio
monumentale da questi finanziato, la città raggiunge il suo
massimo splendore.
Ma
già con la morte del figlio Caracalla, gli imponenti cantieri
pubblici si fermano, le ville nel territorio iniziano a decadere
per poi essere abbandonate; non è escluso che già nel III sec.
avanzato inizino problemi di manutenzione delle infrastrutture
portuali.
Nell'ambito
della generale riforma amministrativa voluta da Diocleziano, la
città diviene il capoluogo della nuova provincia Tripolitana.
Un'accelerazione
del processo di declino si ha nel secolo successivo, quando le
campagne tripolitane sono a più riprese devastate dalle
scorrerie delle tribù semi-nomadi dell'interno, tra le quali
in particolare gli Austuriani (363 - 367 d.C.).
La
città viene salvata dalle sua mura, costruite ai tempi di
Costantino.
Quando
i Vandali passano in Africa (429 d.C.) anche la Tripolitania
cade nelle loro mani, ma la loro presenza a Leptis non lascia
segni particolari. Soltanto nel 534 d.C. , con la riconquista
giustinianea, l'Africa, e con essa la Tripolitania e Leptis,
tornano tra i possedimenti imperiali.
La
città bizantina, racchiusa in un nuovo e più stretto circuito
murario, vive la sua ultima fase urbana, di cui è indice la
ripresa edilizia pubblica religiosa.
La
destrutturazione del tessuto urbano continua però inesorabile e
giunge a compimento quando in Tripolitania arrivano i
conquistatori Arabi.
Immagini
della città romana Leptis Magna in Libia
La
mostra è composta da 40 pannelli 50x70cm. con 69 foto a colori
30x45cm.
Testi,
piantine e didascalie a cura dell'Università degli Studi Roma
Tre
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